4 min readAug 22, 2020

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Datemi un asintomatico e vi risolleverò il contagio.

Premetto non sono un epidemiologo, non ho velleità di opinionista da talk show e soprattutto non ho conoscenze mediche, ma i numeri ci suggeriscono delle analisi dei dati, che spesso rivelano degli “algoritimi della banalità”: ovvero dei sistemi di calcolo semplici che ci portano a comprendere con facilità la realtà.

C’è un dato che manca sistematicamente nel bollettino della protezione civile ed è il numero degli asintomatici. Considerando che le numerose pubblicazioni scientifiche (autorevoli e sulla base di un’osservazione costante delle dinamiche di diffusione dei contagi) dichiarano che il numero degli asintomatici oscilla tra un 30 ed un 40% dei contagiati, in Puglia ad esempio il 15 giugno si è raggiunto il picco del 70%, e che sono quelli a trasmettere con più velocità la positività, perché circolano tranquillamente tra la gente, il dato andrebbe rilevato (ad esempio con campionamenti a chiamata casuale e obbligatoria) ed evidenziato puntualmente nel bollettino della protezione civile giornaliero.

Per una semplice ragione che per prevenire l’esplosione di nuovi contagi, l’Italia deve prendere coscienza di quanto è potenzialmente esposta al rischio di contagio visto che al momento l’RT (indice di contagiosità) prende in valutazione solo i sintomatici.

Prendiamo ad esempio il bollettino del 15 giugno quando le regioni e il governo hanno cominciato ad aprire tutto e vediamo cosa emergeva:

26.000 positivi, l’indice di trasmissione e i contagi si erano fortemente ribassati per via delle misure di contenimento, ma quanti erano gli asintomatici?

Consideriamo inoltre che il dato della positività totale è sempre da prendere con le pinze, perché nessuna regione esegue i tamponi su tutta la popolazione, e in ogni caso la differenza sul tasso di tamponi per popolazione fra le regioni varia in maniera importante.

Ora aprire tutto (per dare giustamente fiato agli operatori turistici) senza organizzare una fitta rete di controlli (prevedibile sin da subito visti i ridotti organici delle forze dell’ordine) e consentendo il rientro da paesi a più elevata circolazione virale senza munire già gli aeroporti dei dovuti strumenti di rilevazione del virus, ha determinato questa nuova ondata di contagi.

C’era bisogno di ricordarsi che la condizione favorevole per la trasmissione del virus si verifica con la provocazione di focolai anche di dimensioni rilevanti e i luoghi di vacanza in cui si verificano importanti affollamenti e mancato rispetto delle regole sono i territori che il virus predilige?

Cosa nominiamo a fare un comitato tecnico scientifico con eccellenti nomi della scienza e della medicina se poi ricadiamo nuovamente nel tranello?

I fenomeni di rialzo del contagio, erano tutti facilmente ipotizzabili e prevedibili (per intenderci ora non parliamo più di cigno nero. La teoria del cigno nero di Taleb descrive un evento non previsto, che ha effetti rilevanti e che, a posteriori, viene razionalizzato inappropriatamente e giudicato prevedibile.)

Inoltre la maggior parte delle segnalazioni preoccupanti è avvenuta solamente per denuncia video e foto sui social (es. i casi delle discoteche, lo Zoomarine di Pomezia, gli assembramenti delle spiagge, etc.), questo ci fa capire bene quanto abbiano potuto incidere durante le ferie, i protocolli di sicurezza del DCPM emanato dal Governo.

Alzasse la mano chi non ha trovato in queste vacanze, almeno un luogo “potenzialmente pericoloso” in cui si riscontrasse una di queste condizioni: mancato rilevamento della temperatura all’ingresso, nessun obbligo della mascherina, nessun distanziamento fisico di 1 mt, assenza di flaconi di soluzioni igienizzanti. Far notare una di queste mancanze, ha portato normalmente ad una “rissa verbale” con l’interlocutore.

Quello che sta accadendo è sotto gli occhi di tutti, basta osservare l’impennata dei contagi nei luoghi di vacanza (vd ad esempio la Sardegna, ora in panico totale) e a breve nei luoghi di residenza, visto l’imminente fine del periodo di ferie. A mio avviso si potranno verificare delle vere e proprie “bombe virali” di ritorno.

La mia preghiera è di rendere più comprensibili i dati alla popolazione, già il fatto che nella redazione del bollettino della protezione civile non sia stata ancora risolta la questione di eliminare i deceduti e i dimessi dal conteggio dell’incremento dei positivi è assurdo. Aggiungere il numero dei tamponi effettuati e il numero degli asintomatici aiuterebbe a far capire meglio il rischio concreto che si corre, se non si rispettano i protocolli di sicurezza.

Sono inoltre fortemente preoccupato, delle dichiarazioni del Ministro dell’Istruzione che conferma il rientro a scuola dal 14 settembre, periodo a mio avviso troppo ravvicinato al rientro dalle vacanze (viste le riflessioni effettuate sopra). Cercherei di monitorare prima la diffusione del contagio e poi se non ci fossero dati anomali, procederei con il rientro. Cominciare il 19 Ottobre e poi recuperare in coda non sarebbe certo un problema, visto che ne va la sicurezza degli italiani e dei loro figli (e se non lo si farà vedrete qualcuno sarà costretto a rimandarli a casa).

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Gaetano Contento
Gaetano Contento

Written by Gaetano Contento

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